Un infinito universo immobile
In questo estratto Bruno descrive la propria concezione dell'Universo: un cosmo in cui si possono ritrovare caratteristiche di diversi autori che lo hanno preceduto. L'universo per Bruno è uno, immobile e omogeneo, esattamente come l'essere di Parmenide; Bruno lo descrive poi con una serie di negazioni che rimandano a Plotino, per il quale l'Uno è ineffabile. Dopodiché il filosofo propone un ragionamento singolare: ogni cosa, elemento, parametro finito è piccolo allo stesso modo se confrontato con l'infinità dell'Universo. Partendo da questa tesi è comprensibile come per Bruno ogni elemento di questo universo debba essere ugualmente amato "con furore": non c'è al suo interno qualcosa di più o meno importante. Lo stesso uomo non deve considerarsi un essere privilegiato, un "impero nell'impero", per dirla con Spinoza, (tanto che Bruno arriverà a descrivere l'intelligenza umana come una funzione del corpo), ma ciò che egli deve fare è sentirsi parte dell'infinita armonia insita nell'universo.
Scritto da Jonata