Sinfonia n. 6 in Si minore, Op. 74 "Patetica"

Scheda tecnica

Compositore: Tchaikovsky, Pyotr Opus/Numero di catalogo Op.74; TH 30; ČW 27

Tonalità: Si minore

Movimenti/Sezioni:

  1. Adagio-Allegro non troppo (Si minore, 354 battute)
  2. Allegro con grazia (Re maggiore, 179 battute)
  3. Allegro molto vivace (Sol maggiore, 547 battute)
  4. Adagio lamentoso (Si minore, 171 battute)

Anno/Data di composizione: 1893

Prima esecuzione: 28/10/1893 a S. Pietroburgo; Russian Musical Society, Pyotr Tchaikovsky (direttore)

Prima edizione: 1893-94 - Mosca; P. Jurgenson, Piano a 4 mani arr. (1893); partitura completa, 227 pagine (1894)

Dedica: Vladimir Davydov (1871-1906)

Durata media: 46 minuti

Periodo del compositore: Romantico

Stile del brano: Romantico

Strumentazione: orchestra

(fonte: https://imslp.org/wiki/Symphony_No.6%2C_Op.74_(Tchaikovsky%2C_Pyotr))


Guida all'ascolto

La Sinfonia "Patetica" Op. 74, così chiamata da Tchaikovsky su consiglio del fratello, venne eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 28 ottobre 1893 in un concerto diretto dallo stesso compositore, pochi giorni prima della sua morte.Il carattere pessimistico di Tchaikovsky, il fatto che abbia composto questa sinfonia in un momento particolarmente complesso della sua vita, alcune dichiarazioni di Tchaikovsky stesso ("È sconcertante come la mia ultima Sinfonia, quella che ho appena finito, sia intrisa di un'atmosfera non diversa da quella di un Requiem") inducono spesso a fare accostamenti, paralleli e riferimenti errati, o quantomeno azzardati, tra il vissuto del compositore russo e la sua ultima opera.

Certamente Tchaikovsky affermò che la Patetica è una "Sinfonia a programma", ma un tale programma rimane e rimarrà sempre a noi ignoto. O meglio, essendo un programma contenuto nella Musica, può essere colto e compreso soltanto attraverso il linguaggio musicale, che parla all'ascoltatore solo in quanto Musica, e non come un cenno biografico o un avvenimento storico contingente che noi associamo arbitrariamente alla Musica.

Così il primo movimento inizia in un colore scurissimo: il primo tema è esposto dal fagotto sopra gli archi gravi hanno già preparato la cupa atmosfera in pianissimo prima della sua entrata, così che la sinfonia sembra iniziare dal silenzio, dal nulla. La melodia del fagotto (basata su cinque note ascendenti) e il simultaneo cromatismo discendente dei contrabbassi sono gli elementi tematici su cui si basa l'intera sinfonia. Il primo movimento è in forma sonata, ma si articola allo stesso tempo in una serie di episodi. Dopo l'introduzione di cui si è appena parlato, il primo episodio espone il materiale del primo gruppo tematico, costituito dalla melodia già proposta dal fagotto e da un motivo con note ribattute: la leggerezza e la vivacità di questo episodio si possono cogliere ascoltando il dialogo vivo fra le varie parti in contrappunto, vivacità che tuttavia va via via placandosi fino ad approdare a una frase sospesa delle viole, non conclusa musicalmente, che necessita di un proseguimento. E non ci potrebbe essere proseguimento migliore: viene ora presentata dagli archi, infatti, una celeberrima melodia lirica che diventerà poi l'emblema del romanticismo: con essa inizia l'esposizione del secondo gruppo tematico, di cui fa parte anche un'elaborazione contrappuntistiche di un leggero tema ritmico. Il tutto si conclude poi con un assolo di clarinetto in pianissimo che riecheggia la lirica frase precedentemente esposta: è un momento in cui il suono quasi scompare, diventa quasi silenzio. Ma ecco che un brusco fortissimo orchestrale interrompe quest'atmosfera e dà inizio allo sviluppo, che comincia con l'elaborazione del primo tema. L'intero sviluppo è brusco, contiene molti contrasti, asprezze, non mancano elaborazioni contrappuntistiche, le indicazioni agogiche fornite dal compositore sono: Fortissimo, Fortissimo e feroce, Fortissimo e marcatissimo. Compare a un certo punto, però, un tema lugubre, ripreso dalla liturgia ortodossa "Cum Sanctis": esso prelude alla ripresa. Una ripresa che è però ambigua, essendo comunque collocata in unico, grande discorso orchestrale ininterrotto; essendo allo stesso tempo, quindi, la parte finale dello sviluppo e la parte iniziale della ripresa vera e propria: dalla riesposizione del primo tema inizia un ulteriore sviluppo in cui l'intensità dinamica aumenta sempre più, culminando in un fortissimo. Ci si rende conto ora, che una tale sezione ha assolto anche alla funzione di transizione dal primo al secondo tema della ripresa, che dalla riesposizione del secondo tema segue un corso più regolare, concludendosi con un eco lontano dei tromboni e dei timpani.

Il terzo movimento si apre con uno sfuggente e incessante tema di terzine (suonato prima dagli archi e poi dai fiati), che percorre quasi tutto il movimento. Il secondo tema viene dapprima proposto timidamente dagli oboi e dagli ottoni: una proposta, però, non sviluppata dal resto dell'orchestra. Viene invece presentato un motivo discendente che è suonato a turno dalle varie sezioni fino a quando una scala degli archi, anch'essa discendente, in diminuendo, non conclude quest'episodio, conducendo a un tempo all'esposizione vera e propria del secondo tema in tempo di marcia, suonato in piano dai clarinetti sulle terzine degli archi, il primo tema in contrappunto. Il secondo tema è ripetuto dagli archi stessi e prende così avvio un dialogo fra archi e legni, che porta alla riproposizione del tema marziale e poi ancora alla ripresa. La riesposizione del motivo discendente conduce ora a un rullo dei timpani su cui viene accennato il secondo tema da diversi strumenti, in un crescendo progressivo che porta, prima, a delle cascate di note suonate in fortissimo dai legni e dagli archi, e poi alla ripresa dell'intero secondo tema da parte di tutta l'Orchestra. Al dialogo tra archi e legni che nell'esposizione prendeva avvio dal tema marziale ora si aggiungono anche gli ottoni che, in un primo momento, aiutano gli archi nel dialogo con i legni, poi, incalzati dai violini, presentano un profilo melodico ascendente che conduce alla riproposizione trionfale del tema in tempo di marcia, suonato in fortissimo da tutta l'Orchestra con l'aggiunta di piatti e grancassa. Segue poi la coda che conclude il movimento in un crescendo maestoso.

Scritto da Jonata



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