Sinfonia n. 2 in Re maggiore, Op. 36

Scheda tecnica

Nome in altre lingue: Симфония № 2; Symphonie nº 2 de Beethoven; Symphony No. 2; 第2號交響曲 (貝多芬); Sinfonia n.° 2 (Beethoven)

Compositore: Beethoven, Ludwig van

Opus/Numero di catalogo: Op.36

Tonalità: Re maggiore

Movimenti/Sezioni:

  1. Adagio molto - Allegro con brio (Re maggiore)
  2. Larghetto (La maggiore)
  3. Scherzo. Allegro - Trio (Re maggiore)
  4. Allegro molto (Re maggiore)

Anno/Data di composizione: 1800-1802

Prima esecuzione: 1803-04-05 a Vienna, Orchestra del Theater an der Wien, Ludwig van Beethoven (direttore d'orchestra)

Prima edizione: 1804 (Marzo) - spartiti; 1808 (Novembre) - partitura

  • Spartiti, Vienna: Bureau des arts et d'Industrie
  • Partitura, Londra: Cianchettini & Sperati

Dedica: Karl Fürst von Lichnowsky

Durata media: 30 minuti

Periodo del compositore: Classico

Stile del brano: Classico

Strumentazione: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi

(fonte: https://imslp.org/wiki/Symphony_No.2%2C_Op.36_(Beethoven%2C_Ludwig_van))


Scheda tecnica

Dopo gli abbozzi dei primi mesi del 1800, Beethoven lavora intensamente nel corso del 1802 e la sinfonia viene presentata al pubblico, a Vienna, il 5 aprile 1803 con la sua personale direzione. Il concerto, al Teatro an der Wien era tutto di musiche di Beethoven: l'Oratorio Cristo al Monte degli Ulivi, la Prima Sinfonia, la Seconda appunto, e il Terzo Concerto per pianoforte e orchestra. Fu pubblicata in parti staccate a Vienna, Bureau d'arts e d'industrie, marzo 1804; in partitura a Londra, Cianchettini e Sperati, novembre - dicembre 1808 (in Germania a Bonn e Colonia, Simrock, primavera 1822). Mentre nasce quest'opera pervasa di energia e serenità, la vita di Beethoven attraversa uno dei momenti più dolorosi e scoraggianti; è di quel tempo infatti il manifestarsi della sordità dell'artista in forma acuta e la conseguente decisione di abbandonare la carriera concertistica; nonché la delusione sentimentale di essere stato rifiutato dalla Contessina Giulietta Guicciardi. "Posso dire che faccio una ben misera vita", scrive Beethoven all'amico Wegeler di Bonn, "da quasi due anni evito compagnia perché non mi è possibile dire alla gente: sono sordo!"; ma tutto ciò, lungi dal penetrare allo stato grezzo nella composizione, si traduce in uno stimolo a moltiplicare le sue possibilità espressive, a consegnarsi anima e corpo alla sua vocazione creativa (G. Pestelli). Con la Seconda Sinfonia Beethoven si lascia alle spalle il mondo spirituale e stilistico del '700. Manifesta una spiritualità nuova, nuovi ideali e passioni pulsano nei sui temi. In essa c'è un urgente tumultuoso di idee, abbondanza di particolari che tende la forma a dimensioni inusitate. Infatti, nella Seconda Sinfonia i contemporanei avvertirono subito qualcosa di eccessivo e sorprendente rispetto alle loro abitudini di ascolto; l'opera "guadagnerebbe ove venissero accorciati alcuni passi e sacrificate molte modulazioni troppo strane", è il parere espresso dall'"Allgemeine Musikalische Zeitung" nel 1804; e lo stesso autorevole foglio, dopo una esecuzione del 1805, avverte ancora: "troviamo il tutto troppo lungo, certi passaggi troppo elaborati; l'impiego troppo insistito degli strumenti a fiato impedisce a molti bei passi di sortire effetto. Il Finale è troppo bizzarro, selvaggio e rumoroso. Ma ciò è compensato dalla potenza del genio che in quest'opera colossale si palesa nella ricchezza dei pensieri nuovi, nel trattamento del tutto originale e nella profondità della dottrina".



Spartiti

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