Musica e silenzio

Ma il silenzio non è il contrario della musica?

Quando si pensa alla musica spesso ci si dimentica che essa esiste solo in opposizione al silenzio. Ogni suono, ogni nota, ha un inizio e una fine, ossia esso è preceduto e seguito dal silenzio. Allo stesso modo ogni brano musicale nasce e torna nel silenzio.


Il silenzio prima del brano

Da quanto si è appena detto, consegue che è molto importante, quando si ascolta un brano, ascoltare attentamente anche gli attimi che precedono il principio vero e proprio della musica. In questo modo si potrà apprezzare appieno la relazione sussistente fra il silenzio e il brano.

Si sta ascoltando attentamente il silenzio. All'improvviso, poi, sentiamo due fragorosi accordi di tutta l'orchestra in forte: questo è l'inizio della conosciutissima Sinfonia n. 3 di Beethoven. Ci si accorgerà che un tale incipit, che magari abbiamo ascoltato decine e decine di volte, brillerà di una luce nuova dopo questo esperimento, dal momento che si è riusciti a cogliere la reale potenza che quei due accordi hanno, essi costituiscono un'opposizione radicale e drammatica alsilenzio, potremmo quasi definirli come la musica che si impone sul silenzio.

Ora invece si immagini di nuovo di stare ascoltando il silenzio. A un certo punto udiamo a malapena un tremolo degli archi, su cui un corno presenta una melodia che viene ripetuta subito dopo dai flauti che vengono seguiti da un dialogo fra gli archi e un corno in crescendo che porta infine a un tema suonato in forte dagli ottoni (tema che curiosamente assomiglia a quello della colonna sonora di Star Wars), a cui rispondono tutti gli archi sempre in forte: è l'inizio della Sinfonia n. 4 di Bruckner. In questo caso la musica non nasce in contrasto col silenzio ma nasce dal silenzio, potremmo dire, per poi svilupparsi sempre di più, come un sole che sorge, fino a portare a un'esplosione tematica cui partecipa tutta l'orchestra in forte: un crescendo meraviglioso di cui il silenzio costituisce il primo livello.

Si potrebbero portare numerosi altri esempi di musiche che hanno relazioni ancora differenti col silenzio, ma per ora ci si può fermare qui. Il messaggio che si intende trasmettere è che è importante ascoltare il silenzio che precede un brano per poterlo apprezzare ancor di più.


Il silenzio nel brano

Il silenzio può giocare un ruolo essenziale anche all'interno di un brano. Esso può usato in opposizione al suono, in modo tale che la musica derivi dall'alternanza duale fra il suono e la sua interruzione. L'inizio della sonata per pianoforte n. 16 è un ottimo esempio di quanto detto. ascoltiamo una scala discendente, poi silenzio, poi alcune note di seguito e silenzio di nuovo, ancora note e silenzio; poi finalmente un forte: ora la musica continua, si sviluppa finalmente! E invece di nuovo silenzio, e via così.

Talvolta poi il silenzio può essere usato per enfatizzare ancor di più un momento già molto forte di per sè. E' il caso dell'adagio della 9a sinfonia di Bruckner, dove dopo un crescendo dinamico e armonico cui concorre tutta l'orchestra arriva un accordo di 15a (probabilmente l'accordo più dissonante che sia mai stato utilizzato nella musica tonale) che viene seguito da un silenzio improvviso. Parafrasando D. Barenboim, si ha l'impressione che "il silenzio sia ancora più intenso dell'accordo che lo precede"


Il silenzio come essenza di ogni suono, il legato e lo staccato

La natura di ogni suono, si è detto, è quella di iniziare e finire, ovvero venire e tornare nel silenzio. Questo vuol dire che il silenzio ogni volta che ci sono due note vi si pone in mezzo: ossia, c'è il silenzio, poi c'è la nota, poi cè il silenzio, e poi l'altra nota, seguita ancora dal silenzio. Tutto questo normalmente non riusciamo a percepirlo in quanto è un procedimento che avviene in frazioni di secondo. Tuttavia, è opportuno soffermarcisi dal momento che in musica è possibile trovare un processo che va contro la tendenza naturale del suono sopra descritta: ovvero dopo il silenzio, c'è una nota seguita da un'altra nota senza che fra di esse si frapponga il silenzio. Un simile processo è chiamato legato. Quando invece i suoni si susseguono ognuno nascendo e morendo naturalmente, abbiamo lo staccato. Ecco allora che la differenza fra questi due processi diventa qualcosa di percepibile, anzi, probabilmente più facile da percepire che da spiegare e da capire intellettualmente. Qui accanto vi proponiamo un esempio, tratto dal concerto per oboe di Mozart eseguito da Kyeong Ham, di una melodia che viene ripetuta due volte: la prima legata, la seconda, staccata.


Il silenzio dopo il brano

Per fare degli esempi speculari a quelli riportati precedentemente, stiamo ascoltando l'accordo finale in fortissimo di tutta l'orchestra dopo 15 minuti di un brano che è principato placidamente con un tema presentato dal timbro caldo dei corni e dei clarinetti, tema che si sviluppa e si evolve, viene alternato a un altro meraviglioso tema presentato dagli archi: alla fine su un tremolo incessante degli archi gli ottoni ripropongono in un crescendo trionfale il tema iniziale sino ad arrivare all'accordo in fortissimo che stiamo ascoltando e che a un certo punto termina: ora c'è silenzio. È la conclusione dell'ouverture del Tannhauser di Wagner, al cui termine l'opposizione fra la massa sonora dell'orchestra e il silenzio è evidente e netta. Si noterà tuttavia che la contrapposizione risulta meno evidente rispetto all'inizio della sinfonia n. 3 di Beethoven. Di fatti, il suono dal momento in cui i musicisti smettono di suonare continua a propagarsi.

Diverso è invece se stiamo ascoltando l'ultimo movimento di una sinfonia, le cui indicazioni agogiche sono "adagio lamentoso - andante", in cui nel finale si fanno da parte i violini i clarinetti e i corni, prima, le viole e i fagotti poi, per lasciare infine i contrabbassi e i violoncelli diminuire fino a 4 volte piano. La conclusione della Sinfonia "Patetica" di Tchaikovsky è un esempio di come la Musica possa terminare nel nulla, dileguandosi nel silenzio.


Il rapporto più essenziale fra una serie l'alternanza tra suono e silenzio organizzata temporalmente dà luogo dunque al primo e più indispensabile aspetto costitutivo della musica: il ritmo.
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