Le nuove tecnologie

la missione "RemoveDebris"  

Scritto da Leonardo Sorrentino, pubblicato il 07/04/2021

Il concetto di "scienza" è stato trattato per la prima volta dai filosofi greci. Platone ha creato le basi della tecnologia moderna, Ha anche influenzato pensatori come Niccolò Copernico, Galileo Galilei, Giovanni Keplero, i quali con i loro modelli e le loro teorie hanno rivoluzionato la cosmologia, portandola alla modernità. Per l'astronomia e l'astrofisica questo ultimo decennio è stato anno ricco di scoperte importanti e di obiettivi raggiunti. Dalla prima immagine del buco nero regalataci ad aprile dal telescopio spaziale New Horizons, fino alla scoperta di nuovi mondi terrestri e non. Scoperte di esopianeti, sia simili che molto diversi dalla Terra, che è stata celebrata anche dal premio Nobel per la fisica 2019, assegnato proprio ai "cacciatori" di mondi alieni. E poi ancora collisioni tra buchi neri e stelle di neutroni, che squarciano il tessuto dello spazio-tempo con onde gravitazionali, mentre la sonda Mars InSight registra i primi terremoti marziani. Un'invenzione molto importante è quella del cosiddetto "satellite spazzino", che ha l'obbiettivo di ripulire le orbite attorno alla Terra, piene di detriti e rifiuti prodotti in decenni di attività spaziali, che rischiano di compromettere il funzionamento dei satelliti operativi. Infatti, Per affrontare il problema, l'Agenzia spaziale europea darà il via alla prima missione al mondo per la rimozione dei rifiuti in orbita. Gran parte dei rifiuti spaziali si trovano concentrati in LEO (Low Earth Orbit), una regione che si estende dai 300 fino ai 1000 km di quota. La maggioranza di questi oggetti consiste in ultimi stadi di razzi, oggetti persi durante le attività extraveicolari, pezzi di satelliti distrutti, satelliti non più attivi e persino schegge di vernice proveniente dalle pareti esterne dei razzi.

Il suo nome sarà ClearSpace-1 e il suo obiettivo sarà dare il via a un nuovo settore spaziale: i servizi di pulizia. Una missione unica del suo genere che prenderà il via nel 2025 con la prima rimozione controllata di un rifiuto orbitale. Esso è capace di "arpionare" un bersaglio quadrato di 10 centimetri, posizionato a circa un metro e mezzo di distanza. Il test dell'arpione è stato uno degli esperimenti effettuati nell'ambito della missione Remove Debris, finanziata dai programmi di ricerca dell'Unione Europea e finalizzata alla verifica di tecnologie per la rimozione attiva dei detriti orbitali. Tali tecnologie includono sistemi avanzati di guida, navigazione e controllo e di Intelligenza Artificiale basata sulla visione, consentendo al satellite di acquisizione di avvicinarsi all'obiettivo in sicurezza e su base autonoma, oltre a permettere ai bracci robotici di catturare l'obiettivo».

ClearSpace-1 sarà inizialmente lanciata in un'orbita più bassa - di circa 500 km - per la messa in servizio e i test critici e per essere alzata all'orbita di destinazione per raggiungere il primo rifiuto da catturare con le sue quattro braccia robotiche. Infine, ClearSpace-1 e il detrito da essa catturato saranno manovrati per abbandonare l'orbita fino a bruciare nell'atmosfera. Un'altra interessante teoria, proposta da Stefan Scharring, Jascha Wilken e Hans-Albert Eckel del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR), sfrutta fasci di laser ad alta intensità. L'idea è quella di colpire i detriti con un laser in modo da trasferire loro momento meccanico. Questo è sufficiente a deviare il detrito dalla sua traiettoria. Altre soluzioni, molto più rischiose e difficili da realizzare, sfrutterebbero l'uso di reti o arpioni per recuperare i satelliti spazzatura. Queste idee sono più complesse e saranno in futuro utilizzate principalmente per detriti di grandi dimensioni. Come se già nello spazio non ce ne fossero abbastanza. Questi diversi progetti di smaltimento dei rifiuti potrebbero diventare economicamente accessibili, oltre che necessari.



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