La scuola ai tempi del Coronavirus

Gennaio 2020. Ancora avvolti nell'atmosfera delle feste natalizie, svolgiamo le nostre attività normalmente, mangiamo fuori casa, andiamo alle feste, organizziamo eventi ecc. Arriva Febbraio. Tutto procede per il meglio fino a domenica 23 febbraio, quando il presidente del consiglio Conte firma un decreto: scuole chiuse. Da allora, non sono più state riaperte. Oggi, la scuola è chiusa da oltre un mese, ma le attività scolastiche non sono sospese. Ogni giorno, esclusa la domenica, i ragazzi hanno il dovere di mettersi davanti ad uno schermo e partecipare alle lezioni delle varie materie. Affermare che la scuola fatta in questo modo non è molto efficace, è dire un'ovvietà. Nonostante questo, bisogna riconoscere che la ripresa delle lezioni (anche se virtualmente) dopo la chiusura delle scuole è stata tempestiva. In tempi record, dopo una sola settimana, ogni classe ha avuto la possibilità di comunicare a distanza. Da pochi giorni circola la voce che la ministra Azzolini abbia deciso, date le circostanze, di far ammettere tutti gli studenti alla classe successiva, indipendentemente dal loro rendimento scolastico. Dunque possiamo definirlo un sei politico, un'eccezione che probabilmente non si ripeterà mai più nella storia. Tutti i ragazzi verranno promossi. C'è chi è d'accordo e chi no. Senz'altro questo provvedimento agevola i ragazzi che fanno fatica a studiare, ma soprattutto riempie di gioia chi si trovava in una situazione critica, a rischio bocciatura. Probabilmente questa situazione non solo sarà un'esperienza didattica unica e irripetibile, ma sarà anche una prova di maturità per gli studenti, che dovranno sapersi organizzare e studiare argomenti nuovi con meno sostegno da parte dei professori. I ragazzi non hanno più alcuna tensione o obbligo di studiare, perché tutti verranno promossi. Intanto rimaniamo a casa, nella speranza che questo periodo difficile passi presto.

Scritto da Riccardo