La rivoluzione scientifica

Scritto da Andrea Lascala, pubblicato il 04/03/2021

La rivoluzione scientifica

Il processo che ha portato all'evoluzione di un pensiero scientifico e rigoroso ha attraversato e toccato numerosi aspetti che potrebbero sembrare completamente avulsi da quello che è il risultato finale della rivoluzione scientifica, ovvero un sapere sistematico basato sulla oggettività e enumerabilità del reale. Con la riscoperta della filosofia naturale nel '500 inizia un vero e proprio progredire verso un approccio di studio di questa metodico e razionale.

Bernardino Telesio, con il suo De rerum natura iuxta propria principia, come appunto riporta il nome stesso, si pone di studiare la realtà per i principi che la animano, senza aggiungere entità superflue, a differenza degli antichi filosofi che avevano introdotto elementi in funzione di deus ex machina per spiegare dei fenomeni che diversamente sarebbero stati inspiegabili.

Telesio dunque fu il primo ad agire adoperando il rasoio di Ockham, eliminando dunque il superfluo e mettendo in campo solo i principi basilari (caldo, freddo e materia) per descrivere il mondo. Così facendo, Telesio critica la magia perché consiste in una conoscenza elitaria e perché non coinvolge i sensi, malgrado il suo attaccamento alla concezione della sensibilità universale possa apparentemente coniugarlo ad una conoscenza magica.

Giordano Bruno, dal canto suo, fu il primo ad evidenziare la potenza della ragione e la possibilità di questa di pensare sciolta da dogmi di fede e da autorità imposte. Inoltre l'uomo dovrebbe agire sulla natura, in quanto il primato dell'uomo consiste in questo, l'azione attiva sulla physis, che Giordano Bruno identifica come unico contatto tra l'uomo e il divino e la paragona alla magia degli Egizi.

Inoltre Bruno estese all'infinito il cosmo, che fino ad allora era chiuso e delimitato (secondo il sistema aristotelico-tolemaico), sottolineando il fatto che la Terra sia solo uno fra tanti altri pianeti e cercando dunque di eliminare il primato di questa insieme al concetto di superiorità delle razze.

Furono proprio i concetti di libertà della ragione da imposizioni e il fatto che l'uomo si dovesse distinguere dal resto degli animali con l'agire sulla natura a portare Francis Bacon alla formulazione di un metodo che potesse estendere le potenzialità della ragione (le larghe vie di cui parla nel Novum Organon) e a fondare le basi dello sperimentalismo. Newton si esprimerà a proposito di questo, identificando come essenza dell'esperimento quello di studiare la natura costretta dall'uomo, forzata entro certi limiti e non semplicemente osservandola così come appare allo stato elementare. Sempre a proposito del metodo di Newton, come citato nei principi matematici, "le proposizioni ricavate dai fenomeni devono essere considerate vere quanto più possibile, finché non interverranno altri fenomeni a smentirle". Questo riprende due concetti già citati precedentemente, ovvero il primato dei sensi, teorizzato da Telesio, per il quale i sensi sono sempre veri, insieme al concetto di controllo, verifica delle ipotesi per arrivare ad una conclusione veritiera e affidabile, processo teorizzato prima da Bacon e poi da Cartesio (cfr. Discorso sul metodo).

L'universo infinito

Non è da tralasciare il fatto che Giordano Bruno abbia parlato di universo infinito, dal momento che Newton sarà il fondatore del calcolo infinitesimale, che aveva già compiuto i primi passi con Galileo e verrà ulteriormente perfezionato da Leibniz. Se in precedenza la conoscenza si era limitata alla realtà tangibile, con Giordano Bruno si è spinta al irraggiungibile e il filosofo era colui il quale esplorava gli estremi della conoscenza umana animato dal desiderio di conoscenza (l'eroico furioso) cercando di strappare il fuoco agli dei per portarlo agli uomini, predicando quella capacità della ragione di andare oltre le cortine di foschia che i dogmi del tempo imponevano e superando il limite della vista, dei sensi, oltre la natura dei fenomeni. Con Galileo si vedranno i perfezionamenti di alcuni strumenti preesistenti che serviranno per permettere di ammirare quell'infinito che è stato per anni nascosto, censurato. Sebbene sia limitato, sebbene sia un piccolo punto in un universo infinito, con Giordano Bruno l'uomo si pone come obiettivo il desiderio di volgere lo sguardo in alto e fuori, verso l'inarrivabile, cercando di quantificare quanto più possibile e di spiegare la realtà nel modo più semplice, senza mettere in gioco altri fattori. E così si ripresenta il "Rasoio di Ockham", il quale fu un espediente chiave nell'evoluzione di un pensiero che considerasse la natura come semplice, essenziale. Nel linguaggio scientifico moderno, questo concetto si esprimerebbe come "un sistema tende sempre alla minima energia potenziale", ma Newton nei suoi Philosophiae naturalis principia mathematica lo espone in maniera altrettanto efficace, evidenziando la semplicità della natura, la sua uniformità e omogeneità. Possiamo infatti notare come dalla legge della gravitazione universale possiamo ricavare tutte le altre leggi che regolano il moto dei corpi, sia in orbita sia sulla Terra, estendibili con il concetto di sistema inerziale (primo principio della dinamica) e di azione e reazione (terzo principio della dinamica).

La scoperta di un nuovo mondo

La legge della gravitazione universale rappresenta una svolta per tutta la concezione della fisica precedente e contemporanea a lui, dal momento che costituisce l'anello di congiunzione, il trait d'union di due mondi che prima di Newton erano l'uno distinto dall'altro. Prima il moto celeste era inconciliabile con quello terreno: uno era circolare, perfetto e illimitato, l'altro rettilineo, dunque imperfetto perché passaggio da potenza ad atto, e la Terra si trovava al centro, sottolineando la sua importanza, come un vertice nell'universo.

Le successive scoperte, grazie all'intervento di Keplero, Copernico e Galileo servirono per ridimensionare il primato della Terra già messo in dubbio da Bruno e allo stesso tempo eliminare quel velo di perfezione che caratterizzava il mondo sopralunare: le orbite non erano circolari ma ellittiche (Keplero), anche se vi era ancora la convinzione che l'universo fosse pacifico mentre sulla Terra ci fossero catastrofi, guerre e malattie (anche se poi con l'avvento delle nuove tecnologie si potè osservare meglio il carattere burrascoso di alcuni corpi celesti come i buchi neri o le esplosioni stellari). Fino ad allora si credeva che solo i corpi terrestri fossero soggetti ad una forza che li facesse precipitare, mentre i cieli e i corpi celesti fossero fatti di etere e dunque fluttuassero nell'universo. Queste erano solo opinioni precostituite, dei pregiudizi che la storia della filosofia si portava dietro come un peso da Aristotele fino a questo momento, era una zavorra che impediva alla scienza di decollare e vincolava a terra l'uomo, tenendolo estraneo di ciò che succedesse lassù. Esattamente come formulò Bacon, alla base del metodo, come primo passo per conoscere, bisogna cancellare le nostre realtà precostituite senza che siano state prima dimostrate: perché dovremmo ammettere che esista un mondo perfetto e uno imperfetto, perché dovremmo ammettere che le leggi del moto siano diverse, quando in realtà si spiegherebbe tutto in modo più semplice considerando il cielo e la Terra come due realtà parallele e connesse tra di loro?

Ma non solo. Questa legge descrive il comportamento di una forza che agisce a distanza, senza contatto, cosa che suscitò lo sdegno della fisica di Descartes (una fisica a lui contemporanea), di carattere estremamente meccanicistico, che sosteneva che ogni movimento fosse causato da urto di due entità e perciò esclude ogni forza a distanza. Proprio questa forza che sembrava impossibile, venne descritta come "causa occulta", ovvero un elemento magico, irrazionale proprio perché sembrava non avere nulla a che fare con il mondo della natura e con lo studio della fisica, ancora profondamente influenzato dall'idea che ciò che non si vede non esiste.

Dal momento che Newton venne definito l'ultimo dei maghi, qual è il nesso tra scienza e magia?

Il tortuoso percorso attraverso il progredire della conoscenza, come abbiamo già detto, ha toccato anche elementi che oggi riteniamo irrazionali, come l'astrologia, l'alchimia e la magia. Newton stesso venne definito l'ultimo dei maghi proprio per il curioso ritrovamento di un baule con delle carte scritte di suo pugno contenenti studi di alchimia e commenti di passi profetici della Bibbia. Questo baule fu oggetto di critica dal momento che si riteneva improbabile e addirittura impensabile che uno scienziato del calibro di Newton potesse aver scritto tali "robacce". In effetti, rispetto a tutte le scoperte in campo scientifico di Newton, quelle carte trattavano di argomenti di gran lunga superati, tuttavia non dobbiamo dimenticarci che le scienze medievali (alchimia, astrologia e magia) andavano quasi a sfumare nelle nuove scienze (chimica, astronomia e fisica). Il processo fu pertanto graduale, sino a quando poi si dimostrerà che non vi è alcun fondamento nelle scienze medievali e quindi non verranno più considerate come tali ma solo come credenze.


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