Concerto per flauto, CNW 42

Scheda tecnica

Compositore: Nielsen, Carl

Opus/Numero di catalogo: CNW 42

Movimenti/Sezioni:

  1. Allegro moderato
  2. Allegretto un poco - Adagio ma non troppo - Allegretto - Poco adagio - Tempo di marcia

Anno/Data di composizione: 1926

Prima esecuzione: 21/10/1926 a Parigi, Orchestre de la Société des Concerts du Conservatoire; Holger Gilbert-Jespersen (flauto); Emil Telmányi (direttore)

Prima edizione: 1952 - Copenhagen, Samfundet

Dedica: Holger Gilbert-Jespersen

Durata media: 18 minuti

Periodo del compositore: Romantico

Stile del brano: inizio 20o secolo

Strumentazione: flauto, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, trombone, timpani, archi

(fonte: https://imslp.org/wiki/Flute_Concerto,_CNW_42_(Nielsen,_Carl))


Guida all'ascolto

"La patria [del flauto] è l'Arcadia e preferisce le atmosfere pastorali. Quindi il compositore deve obbedire alla sua natura gentile, a meno che non voglia essere considerato un barbaro." Così Nielsen descriveva le caratteristiche del flauto, uno dei fiati per cui decise di scrivere un concerto dopo esser rimasto affascinato dalla qualità degli strumentisti del Quintetto a fiati di Copenhagen: sfortunatamente, solo il concerto per flauto e quello per clarinetto furono completati. Il concerto per flauto di Nielsen, dedicato appunto al flautista del Quintetto di Copenhagen Holger Gilbert Jespersen (1890-1975), scritto tra Monaco di Baviera, S. Gemignano e Firenze, fu suonato per la prima volta il 21 ottobre 1926 a Parigi in una versione non definitiva. Il compositore scandinavo non era infatti riuscito a completarlo in tempo e aveva dovuto dunque affrettare una conclusione provvisoria. La versione definitiva, eseguita per la prima volta il 25 gennaio 1927 a Copenhagen, presenta due movimenti (contrariamente ai tre in cui era solitamente diviso il concerto solistico) e pone il solista in dialogo con un'orchestra di dimensioni ridotte, scelta, quest'ultima, dettata dalle stesse qualità del solista, ben delineate dallo stesso Nielsen nell'estratto sopra riportato. Nel primo movimento, Allegro moderato, dopo un'iniziale dissonanza prima dell'entrata del solista, il flauto espone il primo tema, gaio e vivace. Quest'ultimo viene sviluppato dal solista in dialogo con l'orchestra attraverso cambi di tonalità e continue tensioni, e viene altresì alternato a un secondo tema. La cadenza vede come protagonisti, oltre ovviamente al solista, anche i timpani e poi il clarinetto. Il tutto si conclude in un'atmosfera malinconica. Nell'Allegretto (il secondo e ultimo movimento) il dialogo iniziale in Fortissimo fra gli archi, che però si riduce presto di intensità fino al piano, è il contesto in cui il flauto espone il primo tema "quasi infantile, dal tono innocente, amabile e venato da un gentile umorismo", come lo definisce Mauro Mariani. Il tutto continua con un dialogo brillante fra solista e orchestra. Il brano si conclude poi con un finale vivace in tempo marziale che però non altera l'atmosfera serena del brano, che viene anzi ribadita nel modo in cui gli archi, alla fine, dopo un brusco intervento del trombone e dei timpani, ripropongono il tema di marcia. Il forte del flauto nelle ultime due battute contrasta con il piano dell'orchestra.

Scritto da Jonata



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