Bach e il Cristianesimo

Introduzione

"Bach ha trovato nella contemplazione della croce il sigillo per eccellenza che fonda la sua musica" scrivono gli autori de La teologia di Bach, due gesuiti. Chiaramente questo legame tra Bach e i teologi non è casuale. "Per Bach la musica era religione, comporla il suo credo, suonarla una funzione religiosa." Così Leonard Bernstein sintetizza il saldo rapporto di Bach con la religione. In effetti, se si va ad osservare più nel dettaglio i testi delle sue musiche vocali, si noterà come essi trattino degli argomenti molto importanti per la dottrina cristiana: dal peccato originale alla morte, dalla salvezza al dolore e alla sofferenza, ecc. Nella Cantata BWV 26, ad esempio, è trattato il tema della gloria terrena in tal modo: "Alta magnificenza e splendore / sono infine oscurate dalla notte della morte. / Chi è venerato come un dio / non sfugge alla polvere e alla cenere, / e quando suona l'ultima ora / in cui viene sepolto nella terra / e crollano le fondamenta della sua grandezza, / il suo ricordo sarà completamente cancellato." Molti altri esempi si potrebbero riportare... Ad ogni modo, in tutti i testi delle cantate bachiane permane la concezione di una gloria eterna raggiungibile solo attraverso lo sforzo in prima persona, talvolta anche molto doloroso. Inoltre, viene più volte sottolineato il ruolo fondamentale che (oltre alle opere buone le quali non sono però sufficienti al raggiungimento della gloria eterna) la fede di un uomo ha per la sua salvezza. La complessità di questi testi è non solo dovuta al fatto che sono stati curati da teologi e studiosi (che, per l'appunto, venivano scelti accuratamente da Bach) i quali rielaboravano brani della Bibbia e dei Vangeli: essendo lo stesso Bach un profondo conoscitore della dottrina teologica cristiana (egli era infatti un fine lettore e studioso dei testi sacri, tanto che sono stati ritrovati molti appunti e note a margine sulla sua Bibbia personale) era proprio Bach talora a intervenire sui testi delle proprie musiche. Alla luce di tutto questo e alla luce del fatto che ogni cantata bachiana è stata composta per una determinata festa liturgica, giova evidenziare un dettaglio apparentemente irrilevante. Molte di queste dediche sono indicate prendendo come punto di riferimento la festa della Trinità: ad esempio "Cantata composta per la 1a, 2a, 3a, ecc. domenica dopo la Trinità" (anche la cantata preferita del papa emerito, la BWV 140, è stata composta per la ventisettesima domenica dopo la Trinità). Questo può sembrare un fatto a tutta prima non particolarmente significativo; tuttavia, la Trinità è il concetto fondante del Cristianesimo: quest'ultimo si contraddistingue dagli altri monoteismi certamente per l'incarnazione, ma questa può essere inquadrata in un orizzonte più ampio che è l'uni-trinità di Dio. Dunque, il fatto che le dediche delle cantate di Bach prendano come punto di riferimento la festa che ha per oggetto il cuore della dottrina cristiana indica la grande conoscenza che il compositore di Eisenach aveva della religione a cui apparteneva.



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